Per raggiungere il massimo profitto da ogni prodotto, è necessario focalizzarsi su un concetto: il controllo analitico dei costi di produzione.
Il costo di produzione – definito anche come costo dei processi di trasformazione – è la somma di tutti i costi di utilizzo dei fattori impiegati nel processo produttivo.
A cosa serve conoscerlo e controllarlo? A tanto, possiamo dire!
Una sua panoramica minuziosa permette di:
- sapere quanto costa realizzare un articolo
- valutare la convenienza economica di una linea
- calcolare l’efficienza dei processi di produzione
- determinare l’incidenza dei costi sul processo produttivo per tipologia
- definire il prezzo di vendita del prodotto sul mercato
Quali sono i costi di produzione?
Le variabili da tenere in considerazione sono tante, ecco perché i costi di produzione sono un argomento complesso.
Ma quali sono le diverse tipologie di costo? Eccole tutte.
Conoscerle è fondamentale per migliorare le decisioni d‘impresa.
Costo Fisso
Costo Variabile

Esempio: stipendi, ammortamenti, mutui/affitti, spese telefoniche sono cosi che restano invariati se si producono 10 pezzi o 50 pezzi di prodotto finito.
Esempio: materie prime, manodopera diretta, trasporti sono costi che aumentano quando aumenta il numero di pezzi prodotti.
Costo Diretto
Costo Indiretto

Costo Totale
Costo Medio

Costo Standard
Costo Effettivo

Conoscere i costi di produzione e soprattutto a contenerli è fondamentale per l’imprenditore, visto che il suo profitto dipende dalla differenza tra ricavi e (appunto) costi.
Ma quali sono i costi più importanti per le aziende?
Possiamo dire che le tipologie più analizzate in produzione sono:
- il costo di manodopera
- il costo di materiale
- il costo dei macchinari
- il costo di trasporto
- costi vari (acqua, luce, gas, …)
Come si imposta allora un buon controllo dei costi di fabbrica?
Dalla nostra esperienza abbiamo capito che sono 3 i consigli essenziali che gli imprenditori dovrebbero seguire. Li vediamo di seguito nel dettaglio.
Costi di produzione vs costi di fabbricazione: la differenza
C’è una chiara distinzione tra questi due tipi di costi.
Comprenderla è importante per una corretta gestione finanziaria nell’ambito della produzione industriale.
Costi di produzione
Comprendono tutte le spese sostenute per realizzare un prodotto, inclusi i costi diretti come i materiali grezzi e la manodopera, e i costi indiretti come l’energia, l’amministrazione e la manutenzione degli impianti.
Costi di fabbricazione
Si riferiscono specificamente ai costi diretti e indiretti legati al processo produttivo fisico.
Questo include materiali, lavoro diretto e spese generali di fabbrica, ma esclude altri costi operativi non direttamente legati alla creazione del prodotto, come le spese di marketing e di distribuzione.
Consiglio 1. Budget della produzione: il punto di partenza
Il primo consiglio è quello di formulare un budget dell’area produzione.

Stabilisce quindi:
- la quantità fisica di prodotti da realizzare
- il fabbisogno di risorse necessarie (dirette e indirette)
- i costi per garantire la produzione stabilita
Budget di produzione: un collante tre le spese
Il budget ha la caratteristica di fungere da “collante” tra le spese dei vari reparti aziendali.
Esprime infatti dei valori di costo che tengono conto dei budget di altre aree, come ad esempio gli acquisti o le scorte di magazzino.
Avere infatti una visione d’insieme di tutte le previsioni di spesa permette alla Direzione di trovare un punto di equilibrio per evitare di ritrovarsi, a fine ciclo produttivo, con dei costi superiori al limite massimo sostenibile dall’azienda.
A cosa serve il budget della produzione
Il budget della produzione serve per 3 motivi principali:
- è lo strumento con cui fare previsioni sull’andamento economico-finanziario della produzione
- permette di stabilire gli obiettivi da conseguire in termini di efficienza e rendimento
- permette di pianificare e prevedere le risorse da utilizzare (e quindi i relativi costi)
Consiglio 2. Dal budget al controllo continuo dei costi
Le aziende – lo sappiamo – oggi lavorano in mercati caratterizzati dalla riduzione dei margini economici.
Per questo la competitività si gioca sulla capacità di gestire e controllare i costi.
Il secondo consiglio che vogliamo dare è pertanto legato alla sfida della competitività. Per vincerla, occorre avviare un’analisi e un’ottimizzazione continue dei costi. In altre parole, occorre allineare le tecniche di produzione al budget aziendale.
Come si fa?
Con l’impostazione di un sistema di rilevazione dei costi e di analisi degli scostamenti orientato al miglioramento dei processi.

Saper rilevare e analizzare i costi è l’elemento che determina la vita e la crescita dell’impresa sul mercato.
Come passare al controllo continuo dei costi di produzione
Partendo dal budget della produzione visto sopra, il processo di controllo dei costi passa allo step successivo, quello dell’analisi degli scostamenti.
In altre parole, un buon sistema di controllo è in grado analizzare la differenza tra il costo PREVISTO nel budget e quello EFFETTIVO rilevato nei reparti di produzione.
Il controllo continuo si articola in diverse operazioni. Le possiamo sintetizzare così:
- si raccolgono le informazioni di produzione
- si rilevano i costi
- si confrontano i costi con il budget
- si individuano gli scostamenti e le aree critiche in cui si verificano
- si eliminano le attività non a valore aggiunto
- si riducono i costi delle inefficienze
- si raggiungono gli obiettivi del budget
Consiglio 3. Controllo continuo dei costi
Veniamo adesso al consiglio più pratico, quello che ci porta a parlare di costificazione della produzione.
Costificazione
è l’operazione che considera tutti i costi diretti da sostenere per realizzare un prodotto, al fine di valorizzare correttamente quella produzione, quindi determinare il giusto prezzo di vendita.
Costificare significa dunque capire quanto ogni tipologia di costo “pesa” sulla produzione: materiali, lavorazioni interne, lavorazioni esterne, tempi operativi, tempi di attrezzaggio, manodopera, ecc….
Come si fa?
Con la gestione e l’analisi della distinta base, chiamata anche BOM (Bill Of Materials). Ecco il nostro terzo consiglio.

Gestire la distinta serve a tre scopi:
- organizzare i processi di approvvigionamento del materiale
- fare l’analisi dei costi di fabbrica
- studiare le aree critiche da correggere
A cosa serve la distinta base
Vista la sua funzione, la distinta base completa quindi il processo di controllo dei costi di fabbrica:
- scopre l’origine dei costi diretti di produzione
l’azienda riesce a sapere dove programmare strategie di risparmio e come allocare al meglio le risorse a disposizione - misura il costo industriale dei prodotti
l’azienda conosce il costo esatto in base ai materiali da utilizzare e alle lavorazioni necessarie, con tempi e risorse da impiegare
Le analisi della produzione con la distinta base
Vediamo allora quali sono le analisi possibili in produzione che hanno come punto di riferimento (e anche di partenza) proprio la distinta base.
Analisi della composizione di un prodotto
è quella che mostra nel dettaglio gli elementi che compongono un prodotto. Esprime quindi la composizione del suo costo industriale:
- costo per il fabbisogno di materie prime
- costo per le lavorazioni esterne
- costi per le attività di attrezzaggio dei macchinari
- costi di lavorazione
- costi dei semilavorati impiegati durante il ciclo produttivo
Analisi dei costi per categoria
è l’analisi con cui si misurano i costi per tipologia, per capire come si distribuiscono e come incidono sul costo finale di produzione:
- attrezzaggio
- lavorazioni interne
- lavorazioni esterne
- materiali
Analisi del prezzo finale di vendita
permette di rivedere il prezzo del prodotto sulla base dei costi reali di produzione. Questa analisi porta a migliorare il rapporto qualità/prezzo e aiuta a definire prezzi competitivi ma al tempo stesso non pericolosi per il rendimento dell’azienda.
Esempio di calcolo dei costi di produzione
Supponiamo di avere una fabbrica di mobili che produce 100 tavoli al mese.
Per calcolare i costi di produzione, consideriamo sia i costi diretti che quelli indiretti.
Costi diretti
- Materiali: Ogni tavolo richiede 2 metri quadrati di legno, con un costo di 50€ al metro quadrato. Per 100 tavoli, il costo dei materiali è quindi 10.000€ (2 mq x 50€ x 100 tavoli)
- Manodopera: Ogni tavolo richiede 3 ore di lavoro, e il costo orario per lavoratore è di 15€. Il costo totale della manodopera per 100 tavoli è 4.500€ (3 ore x 15€ x 100 tavoli)
Costi indiretti
- Energia elettrica: L’energia necessaria per far funzionare le macchine costa circa 500€ al mese
- Ammortamento delle macchine: Le macchine hanno un costo di ammortamento mensile di 300€
- Manutenzione: La manutenzione mensile delle macchine e degli strumenti costa 200€
- Spese generali di fabbrica: Include affitto, tasse e assicurazioni per 1.000€ al mese
Sommando tutti questi costi, otteniamo un totale di:
- Costi diretti: 14.500€ (10.000€ per i materiali + 4.500€ per la manodopera)
- Costi indiretti: 2.000€ (500€ per l’energia + 300€ per l’ammortamento + 200€ per la manutenzione + 1.000€ per le spese generali)
Nell’azienda del nostro esempio, il costo di produzione per tavolo è quindi di 165€ (16.500€ / 100 tavoli).
Gestisci l’azienda partendo dai costi
Concludiamo questo approfondimento dicendo che un’attenta analisi del costo è una leva strategica nella gestione dell’impresa.
Non solo: questa attività di analisi è l’unica che garantisce al management dati utili per prendere decisioni strategiche di spessore sugli approvvigionamenti, sulle vendite, sull’infrastruttura. Analizzare i costi, soprattutto, aiuta a incrementare la marginalità sui prodotti venduti.
Per poter raggiungere tutti questi obiettivi, è però necessario che l’analisi dei costi di produzione venga effettuata con gli strumenti adeguati e con le tecniche giuste.
Ti abbiamo dato i nostri 3 consigli. Vuoi provare a metterli in pratica?
breve, succinto ma esaustivo
Grazie per il tuo commento Mario.