Migliorare la gestione della produzione industriale, sfide e strumenti di efficienza
Il tema della gestione della produzione – fino a qualche anno fa importante ma non indispensabile – è oggi diventato centrale nelle strategie aziendali, per lo meno di quelle aziende che vogliono mantenersi competitive, vive, sane continuando (perché no?) a produrre in Italia.
Know-how specializzato, tecnologie di organizzazione dei processi, strumenti smart di raccolta ed elaborazione dei dati sono gli elementi che fanno vincere la sfida di aumentare produttività ed efficienza negli impianti industriali italiani.
Una scelta digitale, dunque, è quella che il contesto economico attuale chiede alle nostre imprese.
Si tratta – volendo riassumere in due parole – di tecnologia e organizzazione.
Due parole che racchiudono la chiave per ridurre costi, sprechi e dispersioni di risorse nei sistemi produttivi e generare importanti ottimizzazioni dei processi come opportunità di margine, guadagno e crescita.
Cos’è la gestione della produzione: significato
Questo include la pianificazione delle risorse, la supervisione delle operazioni giornaliere e l’implementazione di strategie per massimizzare l’efficienza e la qualità del prodotto finale.
Il focus è su una produzione snella e senza sprechi, utilizzando tecniche come il Just-In-Time e il Total Quality Management.
Le tecniche e i modelli di gestione variano, come pure il sistema software più adeguato.
In ogni caso, comunque, l’obiettivo è ridurre i costi, aumentare la produttività e garantire che i prodotti soddisfino o superino le aspettative dei clienti, contribuendo così al successo competitivo dell’azienda.
Gestione della produzione nell’industria manifatturiera: le 4 sfide
Quella di efficienza e produttività è una sfida da vincere.
Possiamo però scendere nel dettaglio e capire come affrontare (o riorganizzare) l’organizzazione della produzione industriale nella manifattura italiana per migliorarla e renderla più efficiente.
Riflettiamo su alcuni elementi chiave che mantengono competitivo un sistema produttivo: strumenti operativi, capitale umano, modalità di approccio al mercato.
Gestire questi elementi ci porta a parlare di quattro sfide.
Scelte e decisioni che possono cambiare il modo di produrre e, insieme, gli asset di fabbrica e le modalità di comunicazione e condivisione all’interno dei reparti. Vediamole allora.
1: introdurre le tecnologie di gestione della produzione
Le tecnologie digitali per il manufacturing contribuiscono ad aumentare l’efficienza e la produttività degli impianti.
Parliamo di tecnologie per produrre grandi quantità di dati e informazioni direttamente dalle macchine, per analizzare quei dati, per renderli accessibili attraverso indicatori e KPI elaborati in modo agile.
Pensiamo ad esempio alle tecnologie che rilevano in modo automatico i tempi di inizio/fine lavorazione, i tempi di fermo macchina, i versamenti anomali di scarti o di seconde scelte, gli avanzamenti di produzione, i difetti di funzionamento dei macchinari o lo stato delle attività assegnate alle risorse produttive.
Sono tecnologie che portano il controllo di fabbrica a livelli elevatissimi di tempestività e di reazione ai problemi di produzione e che fanno sfruttare al meglio impianti e asset industriali.
2: adottare modelli organizzativi per la business continuity
La storia ci insegna che possono capitare scenari di emergenza o crisi, scenari in cui l’equilibrio “normale” della catena del valore si spezza. Come affrontare questi scenari?
Gestire la produzione industriale richiede – oggi più che mai – l’adozione di modelli organizzativi che assicurino la continuità della produzione anche in emergenza, quando cioè viene a mancare un anello della catena produttiva.
In questo senso parliamo di strumenti che permettono di continuare a produrre, di gestire i processi e gli ordini anche da remoto per garantire i volumi minimi necessari a servire il cliente.
Strumenti – tipicamente tecnologie software – di sopravvivenza anche in emergenza, perché mantengono la produzione operativa.
3: investire in nuove competenze delle persone
Se parliamo di introdurre nuove tecnologie digitali, si apre la sfida (inevitabile) di saper usare e controllare quelle tecnologie.
Cosa succede in pratica?
Succede che quando la tecnologia della produzione viene applicata, negli stabilimenti cambiano i ruoli e le professionalità necessari. Nascono nuovi processi, nuovi strumenti, nuovi modelli organizzativi che richiedono nuove competenze.
Diventa necessario avere skills e abilità umane che permettano l’impiego delle tecnologie a favore della strategia aziendale. La risorsa umana diventa quella che, non solo svolge attività manuali, ma sa produrre e soprattutto usare i dati.
4: sviluppare un approccio lean nei processi manifatturieri
Arriviamo all’applicazione del concetto di miglioramento continuo, principio base della lean manufacturing.
Si tratta di un percorso di trasformazione strutturale e digitale orientato al recupero di efficienza nei processi manifatturieri (e non solo).
Si basa sulla convinzione che l’azienda possa recuperare produttività applicando una serie di cambiamenti organizzativi in grado di portare benessere interno ed efficienza nel rapporto con il cliente e con il mercato. Un percorso di trasformazione di lungo periodo che coinvolge l’intera catena del valore.
Elementi chiave per l’ottimizzazione del processo produttivo
Tante sfide con un unico obiettivo: l’ottimizzazione dei processi produttivi.
Ma cosa si intende per ottimizzazione?
Ottimizzare è un mix di risultati finali da raggiungere, ad esempio più qualità, meno costi, cliente più soddisfatto. Sono tutti legati al grande contenitore della gestione della produzione industriale.
Parliamo quindi di una serie di azioni applicate nell’area produttiva per migliorare i tempi di produzione, ridurre costi e anomalie dei processi, fornire al cliente il prodotto di cui ha bisogno a un livello qualitativo idoneo e nella tempistica attesa.
Ottimizzare il processo produttivo – lo abbiamo detto sopra – significa raggiungere dei risultati e questo è possibile definendo obiettivi e strumenti.
I primi (gli obiettivi) sono i risultati che un contesto produttivo può raggiungere con sistemi di organizzazione più efficienti. I secondi (gli strumenti) sono metodi, sistemi e risorse da applicare o implementare per raggiungere quei risultati.
Gli obiettivi (o risultati) dell’ottimizzazione dei processi produttivi:
- Riduzione dei tempi di approvvigionamento e di produzione
- Aumento delle performance aziendali, intesa come crescita dell’efficienza delle risorse e migliore programmazione delle attività
- Rilevazione istantanea delle anomalie, che permette anche di individuare in modo rapido cause e azioni correttive
- Condivisione delle informazioni tra tutti i soggetti coinvolti nella catena del valore
Gli strumenti chiave per l’ottimizzazione dei processi produttivi:
- Strumenti di raccolta dati interattivi per avere sotto controllo tutto quello che avviene in produzione
- Strumenti per la comunicazione e la condivisione in reparto e tra i reparti
- Piano di produzione che combini in modo efficiente macchine, persone, materiali
- Reportistica di controllo aggiornata in tempo reale per il controllo di tempi e scarti
- Sistema di approvvigionamento materiali efficiente e integrato alla gestione produttiva
Le caratteristiche di un piano di produzione efficiente
Tra gli strumenti di ottimizzazione produttiva c’è un elemento molto importante chiamato piano di produzione.
Di cosa parliamo? Parliamo di un:
“Programma predisposto dalle imprese che specifica i metodi, le procedure e le operazioni relative al processo produttivo.”
[Simone Dizionari – Edizioni Giuridiche]
Possiamo considerarlo quindi come il primo passo del processo di produzione industriale.
Si tratta infatti di un documento che indica l’elenco degli articoli che l’azienda deve produrre per soddisfare gli ordinativi dei clienti.
Specifica il numero e la sequenza delle operazioni, i tempi delle lavorazioni, la quantità da produrre nell’arco di tempo considerato, il livello di utilizzo dei fattori produttivi.
A cosa serve il piano di produzione?
Sicuramente si tratta di uno strumento importante, l’abbiamo detto parlando di ottimizzazione.
Permette infatti all’azienda di consegnare i prodotti nei tempi stabiliti, alla qualità attesa e senza sprechi di risorse aziendali.
Il piano di produzione aiuta a produrre ottimizzando tutte le operazioni, con l’obiettivo di massimizzare l’efficienza produttiva e la soddisfazione del cliente.
Capiamo bene come uno strumento simile non possa di certo essere realizzato “a caso”. Ci sono infatti sette caratteristiche che un buon piano di produzione deve avere:
- Capacità di calcolo:
deve calcolare la quantità da produrre in base agli ordini e alle previsioni di vendita - Gestione e calcolo degli acquisti:
il piano è ottimo se si integra alla gestione del magazzino per controllare le scorte disponibili - Definizione della capacità produttiva aziendale:
deve pianificare le attività delle risorse massimizzandole ma senza superare i vincoli dati dalla capacità produttiva totale - Controllo dell’avanzamento reale dell’ordine:
deve controllare le differenze rispetto all’avanzamento standard o pianificato - Capacità di prevedere i fattori di rischio:
deve fare previsioni utili a diminuire i problemi di produzione e prevenire imprevisti - Capacità di gestione del cambiamento:
deve saper ipotizzare modifiche nella gestione delle risorse in caso di variazioni negli ordini
Ma c’è un altro aspetto da sottolineare.
Tutte queste caratteristiche rendono la pianificazione ottima dal punto di vista del risultato aziendale.
Ma la sua efficacia dipende fortemente anche dallo strumento utilizzato per elaborarla e gestirla.
Tra i metodi e gli strumenti più comuni (e anche più collaudati) per pianificare la produzione ci sono i sistemi MES (Manufacturing Execution System).
I KPI di produzione da monitorare
In questo approfondimento la linea guida che ci accompagna è il miglioramento della gestione produttiva, che va a braccetto con il tema del controllo dei dati.
Non c’è infatti gestione di produzione senza numeri da controllare.
A questo punto della nostra analisi, quindi, è arrivato il momento di introdurre i KPI di produzione.
Cosa sono i kpi di produzione
In linea generale un KPI (Key Performance Indicator) è un indice che monitora l’andamento di un processo aziendale. Questo può essere svolto in qualsiasi area: tecnica, amministrativa, commerciale, marketing, logistica, ecc…
Trasferendoci in fabbrica, i KPI sono degli indicatori utilizzati per misurare, tracciare e analizzare le performance produttive, con l’obiettivo di aumentare l’efficienza e di incrementare la competitività aziendale.
Ma quindi qualsiasi indicatore tra quelli disponibili in fabbrica può bastare al controllo di produzione?
Decisamente no.
I KPI devono infatti essere strategici per l’azienda, diversamente non valutano la produzione.
Per questo, devono essere:
- quantificabili: espressi in forma di numeri
- accessibili: facilmente calcolabili e fruibili da chi è addetto al controllo
- tempestivi: elaborati velocemente per rappresentare il reale stato della produzione
- significativi: capaci di mostrare l’andamento positivo o negativo di un elemento
- operativi: controllabili e confrontabili, messi cioè in relazione col contesto che si sta analizzando per misurare cambiamenti di efficienza
Quali KPI di produzione utilizzare
I KPI – lo abbiamo detto – sono importanti per il controllo della produzione. Sì, ma quali indicatori analizza un responsabile del reparto produttivo?
Per un efficiente monitoraggio dell’attività produttiva, possiamo indicare questi come KPI fondamentali:
KPI delle Risorse Uomo
Misurano le prestazioni di efficienza delle matricole (ad esempio efficienza e rendimento)
KPI delle Risorse Macchina
Misurano le prestazioni delle macchine impiegate in produzione (ad esempio utilizzo e disponibilità)
KPI dei processi
Misurano le prestazioni del sistema produttivo (ad esempio scarti, lead time, ritardi)
KPI Misti o Globali
Il più comune ed utilizzato è l’OEE che misura l’efficienza generale dell’impianto (o di una linea produttiva)
Come calcolare i KPI di produzione
Il modo migliore per calcolare e controllare questi indicatori è senza dubbio quello di implementare nel plant produttivo un sistema MES (Manufacturing Execution System).
Se non hai confidenza con questo acronimo (o ne hai poca), sappi che il MES è un software specifico e dipartimentale focalizzato proprio sul controllo dei processi produttivi.
Esistono dei sistemi MES evoluti che raccolgono i dati strategici direttamente dagli impianti produttivi e li rielaborano sottoforma di KPI utilizzabili da chi è addetto al controllo di produzione per sapere:
- quanto producono le risorse (macchine e uomini)
- se stanno sfruttando tutta la loro capacità produttiva
- se l’avanzamento di commessa è soddisfacente
- come poter produrre di più a qualità pari o maggiore
Sistemi di gestione della produzione
Parliamo adesso di strumenti operativi.
Questi sistemi integrano diverse funzionalità, come la programmazione della produzione, il controllo delle scorte, e il monitoraggio della qualità, per garantire che ogni fase del processo produttivo sia eseguita in modo efficiente e conforme agli standard prestabiliti.
Attraverso l’utilizzo di tecnologie avanzate come il software MES e i sistemi ERP, le aziende possono ottenere una visione completa e aggiornata delle operazioni, migliorando la reattività ai cambiamenti di mercato e aumentando la competitività globale.
Cosa cercare in un software per la produzione
Abbiamo introdotto sopra il concetto di software MES in riferimento alla produzione, alla raccolta dei dati, alla pianificazione, all’ottimizzazione, al controllo dei KPI.
Ma che cos’è un sistema MES (o software per la gestione della produzione)?
“Sistema informatizzato che ha il principale obiettivo di gestire e controllare la funzione produttiva di un’azienda”
[Fonte: Wikipedia]
Da questa definizione va da sé che lo scopo del software MES è quello di ampliare le funzioni del sistema gestionale (o ERP) e impostare una gestione analitica e completa della produzione per ottimizzare i processi industriali di fabbrica.
Esistono tanti sistemi MES ma non sono tutti uguali. Come succede in ogni mercato, ci sono prodotti più o meno completi, più o meno tecnologici, più o meno performanti.
Cerchiamo allora di capire che cosa occorre cercare in un buon sistema MES. Secondo noi sono queste le funzioni imprescindibili che un MES deve garantire:
RACCOLTA DATI DI PRODUZIONE
Il MES raccoglie i dati relativi a processi, materiali e operazioni svolte dagli operatori o dalle macchine.
Ad esempio fa questo:
- acquisizione dati automatica dalle macchine
- acquisizione dati dagli operatori diretti durante la lavorazione
- acquisizione dati in backoffice
- rilevazione attività non produttive (ausiliarie)
INVIO ORDINI DI PRODUZIONE
Il MES sequenzia le attività produttive e in particolare si occupa di:
- lancio in produzione degli ordini
- gestione delle fasi di lavorazione
CONTROLLO AVANZAMENTO
Il MES controlla tempi, quantità di prodotto e rispetto della pianificazione prevista.
Ad esempio si occupa di:
- controllo stato di avanzamento degli ordini di produzione
- controllo che l’avanzamento sia in linea con i tempi di consegna
- rilevazione quantità versate/scartate
- rilevazione anomalie di produzione
ALERT RAPIDI E ANOMALIE
Il MES analizza i dati di funzionamento delle macchine, rileva eventuali guasti e comunica situazioni anomale.
Ad esempio gestisce:
- controllo qualità
- analisi delle causali di scarto
- rilevazione delle attività non produttive
- reportistica integrata e dashboard interattive
Utilizzare un sistema MES in azienda porta il vantaggio di saper dare risposte ai quesiti più comuni (e spesso più importanti) sulla produzione.
In generale possiamo dire che il software MES, se usato bene, permette di eliminare numerose e significative inefficienze del processo produttivo.
Ecco un elenco rapido di tutto quello che un’azienda può gestire usando un sistema di questo tipo:
- raccolta dati di produzione
- analisi di efficienza dei processi
- analisi di efficienza dei clienti
- dati di produzione disponibili in real time
- miglioramento della produttività industriale
- rilevazione delle anomalie e tempestività di intervento
- ottimizzazione dei processi produttivi
- controllo di produzione evoluto e da remoto
- pianificazione e schedulazione dei processi produttivi
- controllo di qualità e analisi degli scarti
- riduzione degli sprechi
- riduzione dei costi diretti di produzione
Bravo Manufacturing: il software MES smart per la gestione della produzione
Parlando di sistemi MES e di software per il manufacturing, vogliamo introdurre come ultimo approfondimento un prodotto che conosciamo molto bene e che appartiene proprio a questa categoria di strumenti evoluti: Bravo Manufacturing.
Bravo è infatti il software MES pronto all’uso per controllare la fabbrica.
Il suo obiettivo è quello di condividere informazioni tra dipartimenti produttivi, analizzare i risultati di produzione in progress, assegnare e valutare il lavoro delle risorse, controllare i costi diretti.
Le parole chiave di Bravo MES:
- gestione della produzione industriale
- raccolta delle informazioni strategiche del plant produttivo
- ottimizzazione delle attività di fabbrica
- produzione snella e agile
- controllo interattivo dei dati di produzione
Come Bravo MES gestisce la produzione industriale
Bravo Manufacturing è una tecnologia che abilita la digitalizzazione dei dati in fabbrica, vale a dire che rende possibile monitorare i processi manifatturieri in tempo reale e tenere traccia di tutto quello che accade in produzione.
Per garantire all’azienda il raggiungimento di questo focus, Bravo offre funzionalità complete concentrate sul controllo della commessa di produzione.
Ecco cosa fa Bravo MES:
- Raccoglie i dati di produzione
- Organizza le attività produttive tra le risorse
- Controlla i costi di produzione
- Calcola l’efficienza delle risorse
- Gestisce la raccolta dati automatica dalle macchine (IoT)
- Calcola il margine di commessa
- Elabora i KPI di produzione
- Fornisce un’ampia reportistica di controllo interattiva con dati aggiornati in tempo reale
Tecnologia del futuro, Bravo Manufacturing accompagna il cambiamento dell’azienda manifatturiera verso nuovi modelli di gestione e controllo produttivo e verso scelte di ottimizzazione e riorganizzazione dei processi di produzione.
Portare la fabbrica al massimo dell’efficienza, abbiamo aperto con questo concetto il nostro approfondimento e così lo vogliamo concludere.
La gestione della produzione industriale in 38 parole
Gestire e mettere in comunicazione tutte le risorse produttive: operatori, macchine, attrezzature, linee e strumenti. Questo unisce la produzione al management.
Lo scopo è l’ottimizzazione di tutti i processi di fabbrica e la gestione strategica della produzione industriale.