Piano industria 4.0 e transizione 4.0 nell’industria: continuano senza sosta gli incentivi fiscali per le aziende di produzione che investono in tecnologie digitali abilitanti e in strumenti evoluti di organizzazione dei processi.
In questo articolo parliamo di mercato 4.0 nella manifattura italiana, quindi se gestisci un’azienda in questo settore o sei responsabile di un reparto produttivo fermati a leggere.
Sappiamo che il Governo italiano ha introdotto – ormai da anni – incentivi fiscali in materia 4.0.
Prima il super e l’iper ammortamento, poi il credito d’imposta.
La motivazione principale è sempre stata quella di stimolare l’innovazione dei processi di produzione nelle aziende e il passaggio a tecnologie digitali e smart.
Vuoi per la competitività dell’industria italiana, vuoi per ridare slancio alla nostra economia.
Ma cosa è successo negli anni nel tessuto produttivo del nostro paese?
Facciamo un po’ di storia del 4.0 …
Aziende italiane e innovazione 4.0: una partenza lenta
I dati nel 2019 dicevano che, fino a quel momento, erano soprattutto le grandi imprese a trasformarsi realmente in industrie 4.0 e accedere ai benefici vigenti.
I numeri parlavano chiaro: 13 miliardi di euro di investimenti in beni materiali e immateriali connessi a tecnologie 4.0 ma solo 53.000 imprese beneficiarie (Fonte Mi.S.E).
Le PMI erano rimaste indietro – in un primo momento – e avevano innovato poco, facendo fatica a passare a nuove tecnologie e nuovi modelli organizzativi pur se fortemente incentivati.
Per questo, nel 2020 abbiamo assistito all’introduzione del credito d’imposta, l’agevolazione che ha aumentato l’attenzione verso le aziende più piccole cercando di stimolare i loro investimenti.
Insieme al credito d’imposta è arrivato il concetto di Transizione 4.0, o meglio un nuovo piano (o nuova politica industriale) più incisivo e più attento alla sostenibilità, alla competitività delle piccole imprese e agli investimenti in innovazione, ricerca, sviluppo e formazione.
E infine, a maggio 2022, è arrivato il Decreto Aiuti che ha aumentato il credito d’imposta sui beni immateriali 4.0 dal 20% (previsto inizialmente) a ben il 50% dell’investimento.
Arriva la rivoluzione 4.0: l’Italia accelera
Di Industria 4.0 si è parlato ovunque, dal 2011 (anno della prima comparsa di questa espressione) ad oggi. Diciamo in sintesi di cosa si tratta: una evoluzione dei sistemi produttivi che vuole creare processi industriali interconnessi, automatizzati, digitalizzati e controllati in tempo reale o in modo predittivo.
Raccolta dati automatica, big data, analisi, business intelligence, interazione uomo-macchina: sono alcuni dei termini tipici dell’evoluzione 4.0. … di cui avrai senz’altro sentito già parlare.
In Italia l’innovazione 4.0 ha iniziato ad accelerare dal 2020.
Conosci il MADE di Milano?
Beh, è stato artefice di una nuova transizione delle imprese italiane e ci fornisce alcuni numeri interessanti.
Una bella spinta all’innovazione … MADE ha aiutato quasi 100 progetti ad accedere ai finanziamenti stanziati dal Ministero dello Sviluppo Economico (3,4 milioni di euro).
Si tratta di progetti di innovazione, ricerca industriale e sviluppo sperimentale in diverse piccole e medie imprese manifatturiere italiane (prevalentemente dell’Italia centrale e settentrionale).
Le innovazioni più richieste:
- l’11% dei progetti riguarda la progettazione, l’ingegnerizzazione e lo sviluppo di prodotto con sistemi di realtà aumentata e virtuale
- il 15% riguarda la pianificazione e il controllo in tempo reale della produzione
- il 15% è sui temi di intelligenza artificiale e big data analytics
- il 10% riguarda i sistemi digitali di supporto all’operatore (come sinottici o dashboard)
- l’8% gli strumenti digitali a supporto di politiche di manutenzione 4.0 (come la manutenzione TPM)
(Fonte: MADE, Competence Center per Industria 4.0)
Alcuni dati per capire il mercato italiano industria 4.0
Ci sono altri numeri interessanti da leggere per capire come le tecnologie digitali stiano entrando nel nostro tessuto produttivo.
L’Osservatorio Industria 4.0 – che fa parte della School of Management del Politecnico di Milano – aggiorna continuamente i propri studi sul fenomeno della transizione digitale nella manifattura italiana.
Diamo alcuni valori per capire quanto vale il mercato del 4.0 in Italia, soprattutto dopo l’accelerazione conosciuta dal 2020 ad oggi.
L’Industria 4.0 nel 2020/21 ha raggiunto un valore di 4,1 miliardi di euro, con una crescita dell’8% rispetto all’anno precedente.
E la buona notizia è che la pandemia da Covid 19 non ha interrotto questa crescita, anzi ha rappresentato un acceleratore non indifferente in tutte le aziende, specialmente quelle manifatturiere.
Dove investono maggiormente le imprese?
Vengono poi l’Industrial Analytics (il 17% del mercato), il Cloud Manufacturing (l’8%), i servizi di consulenza e formazione (il 7%), l’Advanced Automation (il 5%), l’Additive Manufacturing (il 2%) e infine l’Advanced Human Machine Interface (per l’1%).
(Fonte: Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano)
Cosa succederà nell’immediato futuro?
L’Osservatorio prevede un’ulteriore accelerazione della spesa delle aziende nel mercato 4.0 e stima una crescita compresa fra +12% e +15%.
Quello dell’Industria 4.0 in Italia sarà un mercato oltre da 4,5 miliardi di euro.
Industria 4.0 e competitività
Industria 4.0 non è una moda, bensì un progetto capace di rinnovare ed evolvere il sistema produttivo italiano. Ce lo dicono tante fonti autorevoli, tra cui le due citate sopra.
Evoluzioni come:
- gestione digitale delle operations
- real time monitoring della produzione
- dashboard digitali per il monitoraggio dei consumi in fabbrica
- remotizzazione nell’accesso ai dati
- applicazione di tecnologie di business intelligence
sono elementi strategici per aumentare la produttività delle aziende e la loro resilienza, intesa come capacità di adattare l’offerta alle sfide e alle richieste del mercato.
Il futuro della manifattura italiana passa anche per la rivoluzione digitale
Ad oggi, nonostante l’aumento degli investimenti delle PMI, non sono ancora visibili grandi risultati in termini di aumento di produttività.
Ma, come lo stesso Mi.S.E. annuncia, questi risultati richiedono tempi lunghi.
E lo conferma anche Marco Taisch, Professore Politecnico di Milano e Presidente Competence Center Made, parlando di produttività connessa alle innovazioni digitali:
“occorrerà attendere ancora tempo, perché vi è un ritardo tra quando si effettuano gli investimenti e quando effettivamente si iniziano a vedere gli effetti sulla produttività”
In ogni caso la tecnologia resta al centro delle politiche di rilancio della manifattura: le imprese che hanno iniziato un percorso di trasformazione digitale sono infatti quelle più avviate a crescere e a svilupparsi.
Le aziende dovranno organizzarsi con piattaforme digitali e con infrastrutture in grado di connettere sistemi diversi, presentare le informazioni agli utenti attraverso interfacce interattive, gestire i sistemi logistico-produttivi sempre più complessi e controllare l’affidabilità delle risorse impiegate.
Da questo dipenderà la capacità di aumentare la produttività e di rafforzare il Manifatturiero italiano sia sul mercato interno che in quello globale.